Infortunio da Covid-19 – Periodo di inabilità e prova del contagio

13 Ottobre , 2021

L’Inail, con le Raccomandazioni n. 5/2020 e n. 8/2020, fornisce chiarimenti in merito alle modalità di conferma diagnostica dell’infezione da Covid-19, sulla durata del periodo di inabilità temporanea assoluta (ITA) negli infortuni da COVID-19 e sui criteri medico-legali da adottare per il riconoscimento del nesso causale e la definizione della presunzione semplice nelle infezioni.

Con la prima raccomandazione, la numero 5/2020, l’Inail chiarisce due aspetti generali relativi alla durata periodo di inabilità temporanea assoluta (ITA) a fronte del contagio da Covid.

La seconda raccomandazione, la numero 8/2020, chiarisce i criteri con cui il medico attesta la malattia in ipotesi di rischio elevato di contagio, per esempio a causa delle caratteristiche dell’attività svolta.

In particolare, l’Istituto precisa che qualsiasi documentazione medica, compresa quella rilasciata ai fini della malattia comune Inps, può essere ritenuta utile ai fini certificativi di infortunio.

Per il rientro al lavoro, in caso di infortunio da Covid-19, a prescindere dalla scomparsa dei sintomi, saranno sempre necessari due tamponi molecolari negativi non essendo sufficiente, per le caratteristiche specifiche del virus, la sola guarigione clinica.

In merito all’applicazione della presunzione semplice per i casi di malattia-infortunio da COVID-19, l’Istituto precisa che, per i lavoratori esposti a elevato rischio di contagio (circolare n. 13/2020 – Lavoronews n. 52/2020), si applica il principio della presunzione semplice, a meno di prova contraria, fatti salvi i casi in cui, nonostante l’appartenenza alla categoria ad elevato rischio professionale, l’istruttoria medico-legale, nella fattispecie concreta e secondo determinati principi richiamati nel documento in esame, non permette di integrare il nesso causale.

È il caso, ad esempio, dell’operatore sanitario il quale non ha prestato l’attività lavorativa in presenza, ovvero della prova di un contagio intrafamiliare che, per tempi e modalità di insorgenza dell’infezione, rappresenta il reale momento infettante.

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